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Nonno Ugo

Racconti

NONNO UGO E L’OROLOGIO FATATO
(racconto collettivo)

Un giorno nonno Ugo pescò un orologio e mentre lo tirava su borbottava: “Che maleducati! Non sanno tenere le cose per bene, buttano di tutto”.
Poi guardò bene l’orologio e decise di tenerlo, tornò a casa e lo appese in corridoio, poi andò a dormire.
Alla mattina si alzò e andò in cucina e si ricordò di mettere l’ora solare, poi vedendo che era molto presto decise di tornare a dormire. Però si era sbagliato di un giorno e quell’orologio, che in realtà era magico, lo trasportò indietro nel tempo esattamente di un’ora.

Tornando in camera, già dal corridoio, sentì russare qualcuno e disse: “Ma qui c’è un ladro che si è addormentato!” Ugo era un nonno coraggioso così si avvicinò piano, piano alla camera da letto, e scoprì che il russare veniva dal suo letto, si avvicinò ancora e si vide sdraiato sul letto. Fece un balzo indietro per la paura, poi scappò in cucina e disse con voce tremante: “Ho le allucinazioni, o sono morto e sono diventato un fantasma, è meglio andare dal dottore”.

Il dottore disse a nonno Ugo : “Ma è sano come un pesce.”
Così nonno Ugo tornò a casa e per distrarsi smontò l’ orologio ,dentro trovò un dado da gioco che per sbaglio fece cadere, totalizzando tre.

Improvvisamente si udì suonare un claxon, Ugo andò alla porta, aprì e si trovò davanti un taxi giallo fluorescente sospeso tenta centimetri da terra. “Salga!" Disse il tassista "Ha a disposizione tremila chilometri da percorrere!” Il nonno sbalordito rispose: “Ma io non ho chiamato nessun taxi!”.

“Lei ha lanciato il dado magico facendo tre e questo le dà il diritto a percorrere fino a tremila chilometri sul mio taxi e se si porterà dietro l'orologio del tempo potrà viaggiare nel passato o nel futuro quanto vorrà.” Spiegò il tassista.
Il nonno Ugo finalmente si rese conto di quello che era accaduto alla mattina: aveva viaggiato nel tempo! Era tornato ad un’ora prima, quando ancora dormiva.

Nonno Ugo, tutto contento, si mise il dado in tasca, l’orologio sotto il braccio, chiuse la porta di casa accuratamente e salì sul taxi esclamando: “In Egitto!! Ho sempre sognato l’Egitto” Prima che nonno Ugo avesse finito di parlare il taxi schizzò in cielo con un rombo potente lasciando dietro di sé una scia fluorescente.

Il tassista scaricò nonno Ugo sulle rive del Nilo e prima di andarsene gli allungò un cellulare di plastica.
Nonno Ugo lo guardò e disse: "Ma questo è un giocattolo inutile, cosa me ne faccio ?” Il tassista gli spiegò: ”Se tu schiaccerai un tasto del telefono io sarò immediatamente nel posto dove sei tu per portarti a casa.”
Il taxi schizzò via come un razzo. Ugo incamminandosi trovò un gioiello sulle rive del Nilo, era un bracciale sporco di limo, nonno Ugo lo ripulì sulla sua maglia e vide che era d’oro massiccio, tempestato di pietre preziose e colorate, con un grosso scarabeo blu di smalto luccicante.

Nonno Ugo decise di tornare indietro nel tempo e di restituire il bracciale alla legittima proprietaria. Tirò indietro le lancette dell’orologio magico finché non si trovò al tempo dei faraoni.
Si guardò intorno e vide una sfinge in mezzo al deserto, una fila di piramidi con tanti schiavi intorno che lavoravano; sul Nilo navigavano chiatte cariche di pietre e battelli di papiro.

Nonno Ugo si avviò deciso verso il palazzo più maestoso immaginando che fosse il palazzo reale.
Entrò in una sala con le colonne in legno di palma e vide un alto trono. In lontananza udì provenire dei lamenti, nonno Ugo si avvicinò al punto da dove provenivano quelle grida e quei singhiozzi e vide una bellissima fanciulla in lacrime circondata da guardie e ancelle, Ugo si accorse con stupore di capire quella lingua. La ragazza gridava: "Rivoglio il mio bracciale, immediatamente!!, vi farò uccidere tutte, brutte ladre!!”
Le povere ancelle, piangendo,cercavano ovunque.

Nonno Ugo pensò: "Povere ragazze rischiano la vita per questo stupido bracciale e per colpa di quella sciocca e crudele principessa che l'ha perso e dà la colpa agli altri".
Nonno Ugo posò il bracciale sotto il letto e aspettò che le ancelle lo trovassero e lo restituissero alla principessa, poi tirò fuori il telefono giocattolo richiamò il taxi e tornò a casa.

Un viaggio in Mongolia
(Carlotta)

Nonno Ugo, tornato dall’Egitto, grazie al suo orologio del tempo dormì nove ore e si svegliò con la pancia che brontolava per la fame. Andò in cucina e vide il dado magico si scordò la fame e decise di tirarlo: fece sei. Aprì la porta e guardò fuori. Alla porta trovò il taxi: “Vuole salire?” Chiese il tassista.

Il nonno rispose: “Certo che voglio salire!!”
Prese l’orologio e il dado ed entrò nel taxi. Il tassista chiese ancora: “Dove vuole andare?” E il nonno rispose: “Voglio andare in Mongolia!!”. Il tassista partì come un razzo e, dopo un attimo, esclamò: “Eccoci in Mongolia!!” Il nonno allora tutto eccitato per la nuova avventura lo ringraziò e scese dal taxi.

Ugo cercò subito un bel hotel e scelse l’hotel Gengiscan, il più ricco ed elegante di tutta la Mongolia. Poi visitò tutte le montagne della Mongolia e si comprò un bel camoscio dalle lunghe corna e dal mantello vellutato come souvenir.

Passata qualche settimana però, al nonno cominciò a venire un po’ di malinconia della sua casetta, così tirò fuori il cellulare giocattolo e richiamò il tassista per farsi portare a casa ma, da quel giorno, quando si affaccia alla finestra vede il suo amico camoscio che gioca nel giardino, a ricordo del suo viaggio in Mongolia

UN GIORNO IN IRAQ

Un giorno nonno Ugo decise di iniziare una nuova avventura, lanciò il dado e fece quattro, aprì la porta di casa ed entrò nel taxi.
Il tassista lo portò velocemente a Baghdad.
Quando scese dal taxi, nonno Ugo si trovò vicino ad una bomba perché lì c’è la guerra perciò tirò indietro le lancette dell’orologio e si trovò così nell’era dei Sumeri.

Dato che Ugo non si ricordava che allora al posto dell’Iraq c’era la Mesopotamia restò molto stupito perché vide grandi canali e case costruite con fango e sassi.
Camminando lungo una via si trovò davanti ad un grande tempio con lunghe scalinate e piani sovrapposti: era una Ziggurat. Ugo decise di salirci per guardare il panorama e perché vide un uomo salire. Improvvisamente delle guardie bloccarono l’ uomo che si fingeva un sacerdote e lo chiusero in una cella.

Ugo pensò: “ Questo non è proprio posto per me” così chiamò il taxi e ritornò a casa.


Nonno Ugo in viaggio a Parigi

Ugo voleva iniziare una nuova avventura così tirò il dado e fece 2, uscì dalla porta di casa, entrò nel taxi e disse al tassista : “Portami a Parigi!”.
Il taxi partì e Ugo guardando dal finestrino rimase stupito perché vide tutto il paesaggio scorrere veloce.

In pochi minuti arrivarono a Parigi e il tassista lo scaricò poi gli diede una pistola lancia-razzi dicendo che se avesse avuto bisogno di lui bastava che la puntasse verso il cielo e sparasse per avere subito il suo aiuto.
Ugo si meravigliò nel vedere le meraviglie di Parigi, infine visitò la torre Eiffel, ma quando salì gli vennero le vertigini e non riusciva più a scendere perciò sparò il razzo in cielo e il tassista tornò a riprenderlo e lo portò a casa.

Un viaggio nel Madagascar

Nonno Ugo voleva andare nel Madagascar, però non sapeva quanti chilometri fosse distante, lanciò il dado magico e fece quattro, aprì la porta di casa, salì sul taxi volante e si trovò in Nigeria.

Chiese al tassista se sapesse quanti chilometri mancavano al Madagascar, il taxista gli rispose che mancavano ancora seimila chilometri; Ugo uscì dal taxi tirò il dado e fece sei, così si trovò nel Madagascar.

Il nonno vide una spiaggia bellissima e decise di prendere una sdraio, ma non c’era, allora cercò delle foglie di albero di cocco e si costruì una sdraio .
Poi il nonno volle sapere cosa c’era al posto di quella spiaggia del Madagascar 200 anni fa, perciò mise le lancette dell'orologio fatato all’indietro: la spiaggia sparì e lui cadde nell’acqua, il nonno gridò che non sapeva nuotare, ma non c'era nessuno ad aiutarlo, allora tirò in avanti le lancette e si ritrovò sulla spiaggia dov’era prima.

Capì così che il mare, nel corso degli anni, fa e disfa le spiagge.
Poi richiamò il taxi e ritornò a casa.



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